Una
manutenzione scesa negli ultimi anni a meno di settemila euro a chilometro,
investimenti ridotti al lumicino, ed ecco che l’Autostrada più importante della
Sicilia, la Palermo—Catania, come dice il procuratore di Caltanissetta Sergio
Lari "si sta sbriciolando", e comunque è un colabrodo tra guardrail
vecchi e piccoli, viadotti non riparati da quindici anni e transitabili
soltanto a un senso di marcia, altri ponti che cedono per frane note da un
decennio come Himera.
Per
rimettere in piedi l’A19 e portare a termine tutti gli interventi
occorrerebbero circa 200 milioni di euro: ma per la manutenzione straordinaria
l’Anas ha in corso cantieri per appena 9 milioni di euro. Poco o nulla,
insomma. Ed ecco il risultato: un autostrada in decomposizione, sul quale
adesso si stanno concentrando le attenzioni delle procure e non solo.
L’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, chiede un intervento
straordinario al governo nazionale: «Per rimettere in sesto l’A19 e le
principali arterie dell’Isola occorrono 2,5 miliardi di euro», dice, mentre i
sindacati puntano il dito su Roma: «L’Anas nazionale ha deciso di non investire
più in Sicilia e questo è il risultato »,aggiunge il segretario della Filt
Cgil, Franco Spanò.
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