venerdì 30 ottobre 2015

Si è concluso a Villa Niscemi – Palermo - il convegno "Gestione partecipata dei beni comuni".

Palermo 29 ottobre 2015 
Secondo Seminario, organizzato e fortemente voluto dal CeSVoP. sul tema della gestione corresponsabile dei beni comuni, tramite l’utilizzo di nuove forme di gestione, come il “REGOLAMENTO SULLA COLLABO-RAZIONE TRA CITTADINI E AMMI-NISTRAZIONE PER LA CURA E LA RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI URBANI”.
A Villa Niscemi, Sala delle Carrozze, Volontari ed Amministratori dei Comuni si sono incontrati per lavorare su strumenti e su indicazioni in merito alla gestione corresponsabile dei beni comuni. Referente, anche di questo seminario, è stata la Dott.ssa Daniela Ciaffi, Componente del Consiglio direttivo di Labsus (Laboratorio di Sussidiarietà).
I beni comuni sono a titolarità diffusa, cioè appartengono a tutti e a nessuno. Tutti devono poter accedere ad essi e nessuno può o deve vantare pretese esclusive.
Infatti l’articolo 118  della Costituzione italiana cita, tra l’altro, che Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
Intensa compartecipazione ed interventi dei presenti che hanno esposto i percorsi, le iniziative, le azioni svolte, intraprese e quelle in fase di attuazione.
Giornata importante che ha desiderato sostenere le OO.dd.VV. verso una concreta e responsabile formazione partecipata al cambiamento e comprendere che la gestione dei beni comuni è possibile, come stanno a testimoniare le adozioni del regolamento da parte di molti Comuni, anche della Sicilia.
"Collaborazione è qualcosa di diverso da partecipazione: il patto di collaborazione mette tutti sullo stesso piano di dignità".
"Bisogna spostare l'asse della partecipazione alla collaborazione" e ragionare anche sul ri-uso degli spazi dismessi.
Daniela Ciaffi, componente del Consiglio direttivo di Labsus (Laboratorio di Sussidiarietà) Dal 2011 Ricercatrice universitaria nel settore Sociologia dell'Ambiente, della Città e del Territorio presso l'Università di Palermo, Dipartimento DEMS di Studi Europei e della Integrazione Internazionale. Dal 2009 Membro del gruppo di coordinamento scientifico della Postgraduate School "Habitat, Tecnologia e Sviluppo del Centro di Ricerca e Documentazione Paesi in Via di Sviluppo" del Politecnico di Torino. Dal 2004 al 2012 Assegnista di ricerca sul tema Politiche e Progetti Partecipativi presso il Dipartimento Interateneo Territorio del Politecnico di Torino. Nel 2004 Dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale e Sviluppo Locale.
ATTIVITA' DIDATTICA

Insegna Urban Policies and Community Strategies nel Corso di Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali per la Cooperazione e lo Sviluppo - Curriculum Relazioni Internazionali per la Mediazione e l'Integrazione. Docente del Workshop “Spazi collettivi” della Postgraduate School "Habitat, Tecnologia e Sviluppo del Centro di Ricerca e Documentazione Paesi in Via di Sviluppo" del Politecnico di Torino.
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venerdì 23 ottobre 2015

STATI GENERALI DELLA SOCIETÀ' CIVILE - Gela 24 e 25 ottobre 2015 - un esempio per tutti

Quanto hanno prodotto le Associazioni di Gela deve essere un esempio per tutte le Amministrazioni comunali, non solo della Sicilia ma di tutta Italia.
E' tra le prime città che ha concretizzato la realizzazione della Casa del Volontariato ed il giorno 25 porterà all'attenzione del Consiglio comunale il Regolamento sulla collaborazione tra Cittadini e Pubblica amministrazione per la rigenerazione dei beni comuni urbani. Beni pubblici abbandonati, trascurati, in disuso che devono essere ritenuti patrimonio comune e restituiti alla cittadinanza.
Tali tematiche sono state portate avanti dalle Associazioni di Volontariato, da singoli Cittadini e dal CeSVoP anche nei confronti del Comune di Palermo.
Riteniamo che, ormai, i tempi siano maturi affinché Palermo possa mostrarsi al passo con quanto richiede la Società civile  ed offrire risposte concrete ai Cittadini.
Il Comune di Palermo, in questi ultimi mesi, ha portato avanti diversi bandi ed iniziative, ma gli stessi risultano contemplati nell'articolato del Regolamento citato.
Dal sito del Laboratorio per la sussidiarietà, che ha accompagnato Associazioni e Pubbliche amministrazioni ad adottare il Regolamento, ad oggi, leggiamo che 57 Comuni l'hanno già adottato e 79 sono in via di definizione.
Concludiamo riportando quanto citato sul sito di Labsus: 

Convincerti che ti conviene prenderti cura dei luoghi in cui vivi, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende la qualità della tua vita. 
Il tempo della delega è finito. 
L'Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.


Tutto pronto per la decima edizione degli Stati Generali della Società Civile promossi dalle Associazioni di Volontariato di Gela che dal 2004 lavorano in rete. Gli Stati Generali della Società Civile di Gela, promossi dalla Casa del Volontariato, dal Coordinamento delle Associazioni, dal MoVI e sostenute dal CeSVoP, sono una straordinaria occasione per costruire forme socialmente condivise di governo della città rafforzando le reti locali esistenti e i loro sistemi democratici di decisione per consentire il fermentarsi della coesione sociale e il moltiplicarsi della solidarietà.
Le associazioni di Gela e i rappresentanti della società civile che vorranno intervenire, proporranno al Consiglio Comunale di Gela, l'adozione di un regolamento sulla collaborazione tra cittadini e istituzioni per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani. Il lavoro è frutto della collaborazione tra le associazioni del territorio e Labus, laboratorio per la Sussidiarietà, presieduto dal prof. Gregorio Arena, che ha relazionato a Gela nel giugno del 2013.

La diffusione in tutta Italia del Regolamento sulla collaborazione fra cittadini e amministrazioni per la cura dei beni comuni ha introdotto un elemento nuovo che a sua volta influisce sulla definizione dei beni comuni. Esso ha infatti consentito di inquadrare giuridicamente le attività di cura dei beni comuni finora compiute spontaneamente dai cittadini attivi, regolando con precisione ruoli e responsabilità rispettive dei cittadini e delle amministrazioni e dando durata nel tempo alle attività di cura, sviluppo e rigenerazione. Il Regolamento, in altri termini, sarà vita ad  un legame duraturo e strutturato fra la comunità composta dai cittadini attivi ed i beni comuni oggetto del loro intervento. Quelli cui si pensa di solito quando si parla di cura condivisa dei beni comuni sono i beni pubblici abbandonati, non più utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali per i fini per cui erano stati costruiti e dunque sottoutilizzati. Sarà il sociologo e giornalista, Francesco Pira, docente di comunicazione all’Università di Messina a coordinare domenica 25 ottobre alle 10,30 presso il Palazzo Ex Convitto Pignatelli, uno degli appuntamenti più importanti degli Stati Generali della Società Civile, a cui è stato invitato l'intero Consiglio Comunale di Gela.

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sabato 17 ottobre 2015

la Rete Palermo pulita per la salvaguardia di un bene comune

Come da programmazione, il 17 ottobre 2015 la Rete Palermo pulita si è data appuntamento alla foce del fiume Oreto.
All’indomani della Giornata mondiale dell’alimentazione è opportuno ricordare alcuni spunti della Carta di Milano, il documento che rappresenta l’eredità di Expo. Tra i temi della Carta desideriamo ricordare: diritto al cibo, lotta allo spreco, educazione alimentare e ambientale, tutela del suolo agricolo, contrasto al lavoro irregolare, sostegno al reddito, ricerca, cibo patrimonio culturale, contrasto ai cambiamenti climatici (ndr).
E’ da sottolineare che presso l’Ecomuseo del mare era in svolgimento il convegno “nuove pratiche con il Sud” che, come da programma, affrontava il tema principale del rapporto tra sociale e cultura attorno a quello più ampio dei beni comuni, degli “spazi” di una comunità, intesi sia come luoghi fisici ma anche come spazi di incontro e di partecipazione, da recuperare e valorizzare. “NUOVE PRATICHE CON IL SUD” unisce persone e organizzazioni dell’innovazione sociale e culturale per conoscere, sognare, progettare spazi possibili, spazi del possibile. Gli “spazi da non perdere” sono quelli rigenerati da comunità di persone attive, occasioni di cambiamento e lavoro, sono gli spazi che pubblico e privato possono abitare insieme per il benessere comune. Esistono e si possono incontrare, ma perché si moltiplichino bisogna conoscerli, dargli valore, cambiare prospettiva, fargli spazio. Va in questa direzione la scelta di realizzare la manifestazione all’Ecomuseo Mare Memoria Viva, curato da CLAC con il Comune di Palermo e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD attraverso un progetto sociale, culturale, di rigenerazione urbana.

La tre giorni dedicata a tali pratiche perfettamente collima con quanto da diversi anni porta avanti la Rete Palermo pulita (gruppo su Facebook), che si batte per restituire e valorizzare gli spazi da non perdere al fine di restituirli ai Cittadini.
Si tratta di porre nel giusto risalto la ricchezza dei beni comuni, spesso offesi, deturpati, ignorati ed abbandonati.
La responsabile della rete – Filippa Alfano – sottolinea che la tappa era anche un’escursione per mostrare ai partecipanti, ed a quei Cittadini che si sono liberamente affiancati, le condizioni in cui si rivela il fiume.
Gli Aderenti alla Rete Palermo pulita non desiderano sostituirsi, come più volte affermato, alla Pubblica amministrazione, ma ambiscono liberamente, gratuitamente e nel puro e nel concreto spirito del Volontariato, collaborare e sensibilizzare sia la Pubblica amministrazione sia i Cittadini, con particolare riferimento alle giovani generazioni.
In tale direzione nasce la collaborazione con le Risorse Ambiente Palermo, con la quale si coordina il ritiro dei rifiuti differenziati ed il patrocinio del Comune di Palermo.
La tappa di oggi è stata un’ ulteriore occasione per dimostrare come tali spontanee iniziative hanno necessità di moltiplicarsi.
Il bene comune, antistante l’Ecomuseo ed oggetto dell’odierna tappa, si trova in uno stato di degrado, dettato dall'abitudine di “alcuni cittadini” di destinarlo a pubblica discarica.
Laterizi, frigoriferi, compensato, vetroresina, copertoni d’auto, eternit, vetro ecc, sono alcuni dei principali “reperti” recuperati da noi Volontari.
Senza tale intervento il tutto si sarebbe riversato nel fiume Oreto e, successivamente,  nel mare (altro bene comune).
Non avevamo i mezzi per portare via i rifiuti speciali che abbiamo trovato – prosegue Filippa Alfano – abbiamo, pertanto contattato chi di competenza.
In contemporanea la Cooperativa Immagine ha fatto osservare lo stato di salute e la vegetazione del fiume in una parte più alta della foce, in quanto maggiormente salvaguardata e tutelata. La Cooperativa sociale alla fine della giornata ha offerto una degustazione di prodotti biologici.
L’iniziativa è stata promossa dalle Associazioni Panagiotis, MareVivo Sicilia, Anfe, Partecipalermo, Radio Segugio, Il Genio di Palermo, Palermo Indignata, Movimento dei Cittadini Sicilia, Argento Vivo, Accademia della Subacquea, Luce nelle mani, Aices, Società Cooperativa Immagine, Passportout, Arciragazzi e Oasi del Sorriso.


venerdì 9 ottobre 2015

La Sicilia non riparte Qui un disastro infrastrutturale

Quanto affermato dalla presidente della Camera, ci auguriamo che non resti solo un'intervista al quotidiano La Sicilia.
Necessita un impegno concreto ed immediato del Governo al fine di rendere "giustizia" non solo alle Regioni del sud, ma alla Sicilia indebitamente e costantemente deturpata e devastata.
Evidenziamo, tra le maggiori criticità, la disoccupazione e la qualità della vita di tutti i Cittadini, che al loro interno prevedono una serie di interventi e di azioni tali da fare procedere verso il superamento del "disastro strutturale".
L'occasione è opportuna per ribadire la necessità legislativa contro il mobbing e quanto ad esso collegato, a vantaggio di tutte quelle Persone che meritano giustizia e dignità lavorativa.


ROMA 9 ottobre 2015
 "Il Mezzogiorno deve tornare al centro dell'agenda del governo".
Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un'intervista a La Sicilia, nella quale sottolinea che la regione, "come gran parte del Sud, non riesce a ripartire. C'è stato un aumento della disoccupazione più alto che al centro-nord" e "c'è bisogno di approfondire il tema, ma anche di arrivare a degli impegni concreti" con un "intervento innovativo dello Stato". "Ci vuole - prosegue - una presa d'atto, ma anche un impegno formale del governo".
In Sicilia, in particolare, osserva la presidente della Camera, "c'è un vero disastro infrastrutturale".

"È un nodo cruciale - osserva - che penalizza l'Isola, l'economia e la qualità della vita dei cittadini". "Sono consapevole - aggiunge - del disagio enorme che vive quest'isola e credo che sia una delle priorità da affrontare": prima del Ponte sullo Stretto "c'è da fare altro". Boldrini parla anche della questione migranti, e dice dopo la 'relocation' serve "un'Europa 2.0 che riesca a risolvere i problemi che nessuno Stato da solo può gestire". Per quanto riguarda l'intervento in Iraq, sottolinea che le guerre "non risolvono quasi mai i problemi" ma "rischiano di aggravarli". Nel caso dei raid, "per il cambiamento delle regole d'ingaggio del nostro impegno è ovvio che ci sia bisogno di un passaggio in Parlamento". Infine, parlando dell'omicidio di Giordana, la ventenne uccisa a Nicolosi, Boldrini sottolinea che "se una donna si affida alla giustizia, perché è vittima di stalking, non può essere lasciata sola. Bisogna proteggere la donna che denuncia".

mercoledì 7 ottobre 2015

Riceviamo, pubblicizziamo  e diffondiamo in quanto, come descritto nel blogger di riferimento, secondo le ultime ricerche, condotte da EU Kids Online, il 56% dei genitori di minori, che hanno subito atti di cyberbullismo, non è consapevole di quello che accade ai propri figli o lo esclude.
Anche la scuola ha previsto interventi straordinari, in quanto il fenomeno è realmente allarmante.
Gli adolescenti, se non seguiti, possono anche estremizzare scelte di "non vita".

La giornalista Cetty Mannino presenta il blog www.intreccio.eu, con l'invito a visionare ogni pagina.


E’ importante fare rete per prevenire ed informare.

giovedì 1 ottobre 2015

Italia, paese più ''vecchio'' d'Europa: nel 2050 gli anziani raddoppieranno

Condividiamo l'articolo pubblicato da Redattore Sociale, anche perché domani 2 ottobre si "festeggiano i Nonni".
La situazione è drammatica se pensiamo a quanti anziani, in special modo nella nostra Sicilia, vivono in condizioni di estremo disagio sociale.
I tagli alla sanità ed alla spesa sociale aggravano la situazione globale.
Le Associazioni di Volontariato fanno quanto è nelle loro possibilità, ma è triste osservare che Cittadini, che hanno dato tanto, oggi ricevono ben poco, anche in termini di dignità e di rispetto.
Forse lo Stato sociale, che dovrebbe convergere le proprie attenzioni legislative sui principi base della solidarietà, è ancora in tempo ad invertire rotta al fine di evitare che tra pochi anni la situazione degeneri inesorabilmente.

Roma  01 ottobre 2015

Grazie ai progressi della medicina e della ricerca, la popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni raddoppierà entro il 2050, passando dai 900 milioni di individui di oggi a quasi 2 miliardi, e supererà il numero dei bambini di età inferiore a 5 anni entro il 2020. E' quanto emerge dal nuovo Rapporto sull'Invecchiamento e la Salute lanciato oggi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità alla vigilia della Giornata Internazionale degli Anziani in programma il 1°ottobre. Secondo le stime dell'Oms, a livello globale, la popolazione aumenta a ritmi sempre più veloci: oggi, per la prima volta nella storia, la maggior parte delle persone raggiungono e superano i 60 anni, mentre 125 milioni di persone nel mondo raggiungono gli 80; entro il 2050 la maggior parte di questi- 120 milioni- vivranno in Cina, mentre 434 milioni nel resto mondo. ‘Oggi, la maggior parte delle persone, anche nei paesi più poveri, vivono sempre più a lungo- afferma Flavia Bustreo Vice Direttore Generale Salute delle Donne e dei Bambini presso l''Oms- Ma questo non è sufficiente. Dobbiamo garantire che la terza età sia vissuta in salute, consentendo l''accesso alle cure anche a chi vive in condizioni svantaggiate e continuare a lavorare insieme ai Paesi per aumentare la qualità della vita delle persone anziane. Il raggiungimento di questo obiettivo non sarà solo un bene per le persone anziane, ma sarà un bene per la società nel suo complesso’.
Nel 2050, secondo il Rapporto dell''Oms, l'80% della popolazione anziana vivrà nei Paesi a medio e basso reddito. E mentre in Europa, la popolazione anziana è aumentata dal 10% al 20% in circa 150 anni, nei paesi come Brasile, Cina e India ci vorranno poco più di 20 anni per raggiungere lo stesso cambiamento. L'Italia, grazie ad alcuni dei fattori che hanno contribuito a raggiungere un'alta qualità della vita- dall'accessibilità universale delle cure, all'alto livello del sistema sanitario tra cui anche i risultati raggiunti nella salute materno-infantile - si attesta al secondo posto per popolazione più anziana al mondo: il 21,4% dei cittadini è over 65 e il 6,4% è over 80, seconda solo al Giappone, e medaglia d'oro d'Europa seguita da Germania e Portogallo. Così in un comunicato l''Istituto Nazionale per la Comunicazione. Ma nei prossimi 20 anni circa anche Cile, Cina, Iran e Russia avranno una proporzione simile di popolazione anziana come quella del Giappone, il paese con il più alto tasso di popolazione anziana nel mondo. Un fattore che giocherà un ruolo chiave nell''opportunità di reinventarsi delle società sarà proprio la scommessa da vincere per la salute delle persone anziane. Ciò sarà  particolarmente importante per le donne, che costituiscono la maggioranza delle persone anziane e che forniscono gran parte della cura familiare per coloro che non possono più prendersi cura di se stessi. ‘Avendo lavorato spesso in casa, le donne più anziane possono avere minori pensioni e sussidi, un minor accesso alle cure sanitarie e ai servizi sociali rispetto agli uomini. Le donne anziane hanno anche un rischio maggiore di abusi e, in generale, peggiori condizioni di salute’ spiega Flavia Bustreo.

INVECCHIAMENTO, UN'OCCASIONE MANCATA PER LA SOCIETÀ. 
Il Rapporto rivede lo stereotipo degli anziani come persone fragili e dipendenti, mettendo in evidenza come spesso il contributo degli anziani venga tenuto poco in considerazione. Infatti, mentre alcune persone anziane richiedono assistenza e sostegno, la popolazione anziana in generale è molto diversa e offre molteplici contributi alle famiglie, alle comunità e alla società in un senso più ampio. Contributi che, da quanto emerge nel Rapporto, superano di gran lunga tutti gli investimenti che potrebbero essere necessari per fornire i servizi sanitari, l''assistenza a lungo termine e la sicurezza sociale, che le popolazioni più anziane richiedono. In questa direzione, è importante che la politica sposti l''attenzione dal controllo dei costi ad una maggiore attenzione per consentire agli anziani di fare le cose che contano per loro. ‘Guardando al futuro, dobbiamo apprezzare l''importanza dell''invecchiamento nella vita delle donne, in particolare nei paesi più poveri- spiega Flavia Bustreo- E abbiamo bisogno di pensare molto di più a come garantire la salute delle donne durante tutta l''arco della loro vita’, continua l'Istituto Nazionale per la Comunicazione.

UNA VITA PIU LUNGA, MA NON SEMPRE IN SALUTE. 
Contrariamente a quanto si pensi, il Nuovo Rapporto sull''Invecchiamento mette in luce che ci sono poche prove a dimostrazione del fatto che gli anni in più di oggi siano vissuti più in salute rispetto a quanto non succedesse per le generazioni precedenti alla stessa età. Purtroppo i 70 anni non sembrano ancora essere diventati i nuovi 60- afferma Flavia Bustreo- Ma potrebbe essere così. Anzi, dovrebbe essere così. Mentre alcune persone anziane possono vivere una vita più lunga e, allo stesso tempo, più sana, si tratta quasi sempre di persone che provengono dai segmenti più avvantaggiati della società. Le persone che invece vivono in ambienti svantaggiati, quelli dei Paesi più poveri, con minori opportunità e minori risorse ancor più in età avanzata, sono suscettibili di avere la salute più a rischio e hanno maggiormente bisogno, spiega F. Bustreo. Il Nuovo Rapporto sottolinea come i governi debbano agire per garantire delle politiche che consentano alle persone anziane di continuare ad essere partecipi nella società, evitando di rafforzare le ingiustizie che spesso sono alla base delle cattive condizioni di salute in età avanzata, continua l''Istituto Nazionale per la Comunicazione.

TRE AREE CHIAVE DI INTERVENTO. 
Il rapporto mette in luce tre aree chiave di intervento che richiederanno un cambiamento fondamentale nel modo in cui la società pensa all''invecchiamento e alle persone anziane. La prima, è quella di rendere i luoghi in cui viviamo molto più piacevoli e fruibili per le persone anziane. Degli esempi concreti di best practies si possono trovare nella rete globale dell''Oms delle Città  e dei Comuni Amici degli Anziani (Age-friendly) che comprende attualmente oltre 280 città, in 33 Paesi, tra cui Udine in Italia. Si va da un progetto per migliorare la sicurezza degli anziani nei quartieri poveri di Nuova Delhi a delle strutture ricettive in Australia e Irlanda per contrastare l''isolamento sociale e la solitudine. Inoltre, è fondamentale che i sistemi sanitari siano allineati con le esigenze degli anziani. Ciò richiederà un passaggio che permetta ai sistemi che oggi sono rivolti a curare le malattie acute, a diventare sistemi in grado di fornire assistenza per le malattie croniche, più frequenti in età avanzata. Ci sono iniziative che hanno già ottenuto buoni risultati e che possono essere diffuse e introdotte in altri Paesi. Come ad esempio, la creazione di equipe composte da diversi specialisti come fisioterapisti, psicologi, nutrizionisti, terapisti occupazionali, medici e infermieri in Brasile, o la condivisione di cartelle cliniche computerizzate tra diversi istituti di assistenza in Canada. I governi devono, inoltre, sviluppare sistemi di assistenza a lungo termine che possano ridurre l''uso improprio dei servizi sanitari e garantire alle persone che vivono i loro ultimi anni di farlo con dignità. Le famiglie avranno bisogno di sostegno per fornire assistenza, dando maggiore libertà alle donne, che spesso sono anche coloro che si prendono in carico la cura per i familiari più anziani. Anche semplici strategie possono essere molto efficaci, come il caso dei Paesi Bassi con il sostegno via Internet per chi assiste un familiare o di sostegno alle associazioni delle persone anziane che forniscono il supporto tra pari in Vietnam, conclude l''Istituto Nazionale per la Comunicazione. (DIRE)