venerdì 30 settembre 2016

Le ragioni per dire no al “baratto amministrativo

E' tematica alquanto controversa che ha avuto, quasi, un suo epilogo.
L'Associazione, congiuntamente ad altre, sostiene che una strada da seguire, ma di parere opposto si è espressa la Corte dei conti, Veneto, parere n. 313/2016.
Siamo coscienti che l'amministrazione condivisa ed i patti di collaborazione siano ben diversi dal baratto amministrativo, anche se già applicato da diversi Comuni, ma necessita adottare i Regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni.
Interessante e da trasferire quanto crea e realizza Labsus (laboratorio per la sussidiarietà) e comprendere se le Circoscrizioni, per abitanti e per dimensioni superiori a tantissimi Comuni, possano essere delegati a tale adozione.
Del resto se si parla di patti territoriali tra Comuni diversi, non dovrebbe essere difficile identificare le opportune strade.

Il baratto amministrativo è un contratto che viene stipulato tra una amministrazione pubblica e un cittadino.
Il cittadino per sanare la propria posizione debitoria svolge dei lavori utili come ridipingere i muri di un edificio comunale, curare i fiori in un giardino, verniciare una staccionata, ripulire le strade ed altro, sulla base di un elenco di progetti approvati (tratto da Wikipedia).

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